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A [1] Bit

testi Marcello Gori
Interpreti Davide Boi, Fabrizio Calanna, Sofia Casprini, Giuseppe Morello, Matteo Sacco, Lara Viscuso
regia e coreografia Lara Guidetti
assistente alla coregrafia Matteo Sacco
produzione Sanpapié
in collaborazione con MilanOltre, Festival Exister, DANCEHAUSpiù
durata 55 minuti

Spettacolo selezionato da ACS Abruzzo Circuito SpettacoloAMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali, ATER Associazione Teatrale Emilia Romagna

A[1]BIT, opera di danza itinerante per spettatore singolo, nasce dalla 1-Bit Symphony dell’artista newyorkese Tristan Perich, manifesto dell’elettronica post-modern pensata per una fruizione tutta particolare, essendo contenuta in un circuito alloggiato nella custodia di un cd che suona la sinfonia elettronica in cinque movimenti. Musicalmente intensa, attraverso la sua aggressività urbana l’opera rivela contorni profondi nella relazione uno-ad-uno con l’ascoltatore: un’opera elettronica potente, da ascoltare in cuffia, individualmente, il cui ascolto collettivo e diffuso riproduce un noise sfocato. La relazione tra posizione individuale e collettiva, in un contesto urbano e disordinato, è il cardine della ricerca artistica: i danzatori si muovono in funzione dello spazio e del pubblico, che si trova ad essere, inconsapevolmente, parte del disegno coreografico. Un piccolo gruppo di spettatori, rigorosamente con la musica in cuffia e accompagnati da un testo che introduce e contestualizza lo spazio della performance, segue i danzatori nel disegno che si adatta a spazi urbani e museali.

Lo SPAZIO, nelle sue componenti di forma, storia, architettura, luce e ambiente e il TEMPO (l’incontro tra la sinfonia e la percezione individuale di performer e spettatori) sono l’innesco dell’azione performativa. La ricerca coreografica è astratta e indaga, sulla musica, le possibilità combinatorie del movimento e dell’assemblaggio, come se il corpo fosse una particella fisica da analizzare nel comportamento in relazione all’ambiente. Le strutture create dai corpi si susseguono in un gioco di costruzione e destrutturazione, dimensione individuale e collettiva. Si affiancano solitudine e moltitudine, intimità e sacralità, personale e sociale, spazio intimo e comune, congestione dello spettro armonico e vastità. L’obiettivo è intersecare il carattere cellulare/combinatorio dell’opera con l’organicità del tessuto sociale e della danza attraverso un’esperienza di “realtà aumentata”.

 

Contatti
organizzazione@sanpapie.com | sanpapie.com

 


Foto: Fabio Sau.

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