produzione ÒYES
ideazione e regia Stefano Cordella
drammaturgia collettiva
con Francesca Gemma, Vanessa Korn, Umberto Terruso, Fabio Zulli
disegno luci Marcello Falco
costumi e realizzazione scene Stefania Corretti, Maria Barbara De Marco
organizzazione Giulia Telli
con il sostegno di fUnder 35 e Comune di Gubbio /URA – Regione Umbria (MiBACT)
Premio Nazionale Giovani realtà del teatro 2015 - Accademia Nico Pepe di Udine
Menzione speciale alla drammaturgia Festival Inventaria 2016 - Roma
Vincitore del bando GO! Giovani opportunità - Monza/Brianza
durata 75'
trailer
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Tutti, finché siamo giovani, cinguettiamo come passeri sopra un mucchio di letame. A vent'anni possiamo tutto, ci buttiamo in qualsiasi impresa. E verso i trenta siamo già stanchi, è come dopo una sbornia. A quarant'anni poi siamo già vecchi e pensiamo alla morte. Ma che razza di eroi siamo? Io vorrei solo dire alla gente, in tutta onestà, guardate come vivete male, in che maniera noiosa. E se lo comprenderanno inventeranno sicuramente una vita diversa, una vita migliore, una vita che io non so immaginare.
Così scriveva Anton Čechov in una delle sue lettere. Ed è proprio dalla stessa pervasiva sensazione di stagnamento ed immobilismo che è nata la necessità di questo lavoro. Come la maggior parte dei trentenni anche noi ci ritroviamo in un limbo poco rassicurante e per non sentire il vuoto ci aggrappiamo al passato e guardiamo al futuro con poche speranze. Il rischio è quello di sopravvivere galleggiando nel "letame" di cui scrive Čechov.
E così abbiamo deciso di raccontare le paure, il senso di vuoto, la difficoltà di sognare della nostra generazione attraverso una drammaturgia originale che pone le sue fondamenta sui temi e i personaggi principali di Zio Vanja, uno dei capolavori dell'autore russo.
La nostra vicenda si svolge in un paesino di provincia lombarda e ruota attorno al Professore, costretto a letto da una grave malattia.Non vedremo mai il Professore ma le tragicomiche conseguenze che la malattia produce sul resto della “famiglia”: la giovane moglie Elena, il fratello Ivan, la figlia Sonia, il Dottore. Come in Zio Vanja anche i nostri personaggi hanno la sensazione di non vivere la vita che vorrebbero. Ma la spinta al cambiamento deve fare i conti con la paura di invecchiare, le rigidità, i sensi di colpa, il timore di non essere all'altezza. Un divertente purgatorio di anime che rimanda all'inerzia della quotidianità e a tutti quei patetici ma vitali tentativi di darsi un senso.
Premio Nazionale Giovani realtà del teatro 2015 - Accademia Nico Pepe, Udine
Per aver estratto da un capolavoro di più di cent’anni fa una rete di relazioni attuali e vive e aver saputo trasformarle in una efficace dinamica di palcoscenico, sia attraverso l’intelligente lavoro di reinvenzione drammaturgica che attraverso una interpretazione sincera e virtuosa.
(Motivazione Premio Giuria Accademia Nico Pepe di Udine – giuria artistica: Arturo Cirillo, Giuseppe Bevilacqua, Roberto Canziani, Claudio De Maglio, Angela Felice, Rita Maffei, Massimo Navone, Franco Però, Marco Sgrosso)
Menzione speciale alla drammaturgia - Festival Inventaria 2016, Roma
Per il lavoro collettivo sul testo che ha centrato il grado zero della scrittura cechoviana mantenendone tutti i pregi e rendendo inoltre, con apprezzabile misura, l’ambientazione e le tipologie umane della periferia milanese.
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